Sabrina Santamaria

 

Sfogliare le pagine dei sogni è accorgersi di esser vivi
allora sognare è vivere cioè abbracciar l’infinito.

Immergermi fra le onde sinuose della letteratura mi porta all’apice sublime del mio sentire. Dare spazio agli autori attraverso i miei articoli mi conduce a scrutare orizzonti ove il banale occhio umano delinea solo confini. I libri aprono le porte alle particelle invisibili della fantasia e della creatività…

Sabrina Santamaria

"Angeli senz'ali" (A.G.A.R Editrice) di Delma Cigarini

Autore: Delma Cigarini
Titolo: Angeli senz'ali
Casa editrice: A.G.A.R Editrice

(recensione edita nel Bimestrale "Le Muse": Direttrice Maria Teresa Liuzzo, Vicedirettore Davide Borruto)

Migliore Opera Internazionale "Le Muse" Aprile 2020

 

(a cura di Sabrina Santamaria)
Un moto ascensionale si erge nelle note di un flauto accompagnato da una voce soave origliata  da coloro i quali si accostano alla raccolta poetica “Angeli senz’ali”  di Delma Cigarini, opera  letteraria dai testi  melodiosi che nessun essere umano mai  ha suonato nella storia; ogni strofa  esala un profumo dall’essenza divina poiché la nostra poetessa trascende l’umanità che, a volte, diventa becera. La dimensione che alberga in queste poesie scardina l’idea spazio-temporale. Delma Cigarini sfiora l’eternità, cerca di abbracciarla, di afferrarla, anche se il pensiero profondo dell’Eterno appare difficile da comprendere a pieno, la nostra autrice prova, tenta e ritenta di accarezzare l’infinito con la punta di un sol dito dunque delicatamente lo sfiora: “Dammi Signore la forza di pregare per l’uomo che dolente nell’intimo dell’anima, in silenzio implora a squarciagola.”(Sognare è utile, pag 20). La ricerca dei supremi valori umani impera e divien signora in questa silloge in cui ogni poesia decanta afflati melodiosi che si elevano alle preghiere di arcangeli e cherubini. L’anelito dell’amore fa breccia nell’animo dei lettori, ci discostiamo molto dai canoni dell’amore carnale e passionale giacché Delma Cigarini sale un gradino nella scala delle passioni umane, la sua poetica parte dalle virtù dianoetiche per adempiere verso dopo verso alle supreme virtù noetiche di platonica memoria. L’amore platonico, disinteressato al mero godimento carnale sfugge al verseggiare della nostra poetessa: “Vorrei averti e col viso fra le mani sussurrarti tutte le albe e la dolcezza che mi ispiri. Squillante un sospiro irradi a me devoto, mentre tremante il cuore Tuo mi svela  i suoi segreti.”(Costante Sale, pag 23). L’anelito poetico di “Angeli senz’ali” si identifica pienamente con la purezza e la freschezza di una vita limpida e chiara, un’esistenza che non intende scendere a sporchi compromessi o a  fantomatici giochi d’azzardo tanto è vero che Delma Cigarini solletica l’idea di un Essere Supremo al quale l’uomo dovrebbe essere devoto e riconoscente per il miracolo di Cristo. L’essere umano ha ancora delle speranze, sicuramente la fede in Dio può salvarlo dai mali sulla terra. Il titolo della silloge “Angeli senz’ali” racchiude molteplici significati: le ali sono simbolo di speranza quindi l’uomo contemporaneo forse ha perso le speranze compresa quella  nella vita eterna, fra l’altro l’animo umano è anche  sostanza  spirituale e non solo corporea però ogni essere umano potrebbe metaforicamente  possedere delle ali nel momento in cui, col cuore affrancato e libero di  “putridi” risentimenti e vendette,  riesce a sorvolare e a perdonare la malvagità, la cattiveria e i torti subiti pur essendo spoglio d’ali egli potrebbe avere la facoltà di volare al di sopra delle miserie di un Io che si erge irragionevolmente con supremazia. Lo spirito costituisce la nostra essenza più intima, è la sfida quotidiana che ognuno deve affrontare per andare contro le proprie concupiscenze e le proprie trasgressioni dunque oltre la corruttibilità l’autrice intravede un barlume di trascendenza alla quale l’uomo potenzialmente potrebbe aspirare, in fondo oltre la sua imprescindibile fallacia l’umano è un angelo e riscoprire la sua intima natura è l’unica possibilità di salvezza: “Venne la Tua mano a cercare la mia lasciando su di me una brezza marzolina e sotto il sole nel chiaror dell’alba pullular di gemme. Quando in Te scavo e l’anima io trovo aromi raccolgo e come nettare di spighe e uva beata mi rabbocco.”(Campo Aperto, pag 31). La nostra poetessa pone il suo sguardo attento  all’eternità, al sublime, alle lodi e agli Inni solenni, ella decanta l’albeggiare di poesie dal leit motiv  di versi puri, mediante i quali  il lettore giunge a una sponda  paradisiaca di  gigli e rose bianche dove egli riscopre il significato ultimo e intimo del suo esistere. 
Sabrina Santamaria
 

Tags: Raccolte poetiche

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